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Disfagia: se la conosci non ti uccide




Cos'è la disfagia?

E' una anomalia della deglutizione per cui i cibi e specialmente i liquidi vengono inalati nei polmoni durante l'atto della deglutizione

Come ti accorgi che il paziente è disfagico?

Nell'atto di ingoiare i cibi e specialmente nel bere i liquidi il paziente tossisce

La disfagia è un disturbo comune?

Tutti possono avere saltuariamente episodi di disfagia (quando mangiando o bevendo si "strozzano"). Ma in certe condizioni la disfagia si presenta ogni volta che il paziente assume per bocca qualcosa e perfino quando deglutisce la sua saliva. Le patologie che portano alla disfagia sono molte: morbo di Alzheimer, Morbo di Parkinson, Encefalopatia arteriosclerotica, Sclerosi laterale amiotrofica, Sclerosi a placche, Corea di Huntighton, Emiplegie, Tetraplegie, Pazienti anziani, Esiti di interventi chirurgici sul capo e sul collo. Talvolta i pazienti rifiutano di assumere cibi e liquidi solo perché hanno paura che vadano di traverso e di loro si dice che "non vuole più vivere" quando invece è proprio il contrario, non vogliono morire di disfagia. Molti medici sottovalutano il problema della disfagia e anche personaggi illustri sono morti di disfagia come Giovanni Paolo II (che aveva il morbo di Parkinson) e Cassius Clay (che aveva il morbo di Alzheimer). Ci sono pazienti che vengono ricoverati in Ospedale per una polmonite dovuta alla disfagia, curati della loro polmonite e poi dimessi con l'indicazione di bere 2 litri al giorno d'acqua, il presupposto per una nuova polmonite.

La disfagia è una cosa grave?

E' una cosa gravissima in quanto se si presente frequentemente può causare una broncopolmonite

E la broncopolmonite è una malattia pericolosa?


La broncopolmonite è sempre una cosa seria: se il paziente è in buone condizioni nutrizionali si supera facilmente con una terapia antibiotica. Ma il paziente si debilita dopo aver subito una polmonite e perde parte del suo stato nutrizionale. La polmonite successiva sarà molto più pericolosa della prima.

Se un paziente diventa disfagico è possibile fare delle terapie di riabilitazione che riducano e eliminino la disfagia?

Bisogna chiedere l'intervento di un logopedista che rieduca il paziente. Tuttavia nella malattie degenerative (come il Morbo di Alzheimer, il Morbo di Parkinson, la SLA, la Sclerosi a Placche, L'Encefalopatia Multinfartuale) la riabilitazione è impossibile in quanto la disfagia è in continuo peggioramento. L'unica alternativa allora è la nutrizione artificiale

Ma una volta che una malattia porta alla disfagia non è meglio non fare nulla e lasciare che il paziente muoia di broncopolmonite lasciando che la malattia segua il suo corso naturale?

Morire di broncopolmonite è una fine misera. La comparsa di una complicanza grave come la disfagia non può giustificare l'abbandono del paziente. Esistono altre complicanze gravi che intervengono nell'evoluzione di molte malattie nelle quali si riesce a trovare un modo di far sopravvivere il paziente con tecniche nuove ed efficaci. Un esempio sono i pazienti che vanno incontro all'insufficienza renale. Sono destinati a morte certa per la mancanza di una depurazione del sangue. Oggi non li si lascia morire per seguire il corso naturale della loro malattia, si applica invece il Rene Artificiale per cui questi pazienti possono sopravvivere anche senza reni. E' chiaro che la loro vita non sarà una vita normale in quanto saranno obbligati a connettersi tre volte a settimana alla macchina che li depura. Non potranno assumere liberamente i liquidi e dovranno evitare alcuni cibi. Ma la qualità di vita è in genere abbastanza buona. Negli ultimi anni poi è stato scoperta la possibilità del trapianto di rene che, quando possibile, restituisce il paziente ad una vita praticamente normale. Allo stesso modo dei pazienti con insufficienza renale i pazienti disfagici hanno la possibilità di vivere con la nutrizione artificiale. La loro non sarà mai una vita normale, ma potranno vivere anche per molti anni. Abbiamo pazienti che sono in Nutrizione Artificiale da 22 anni e vivono bene.

Applicare la Nutrizione Artificiale comporta dolore o rischio per il paziente?


Assolutamente no. E' molto più doloroso e rischioso il rene artificiale che pure è ormai accettato nella pratica clinica. Al paziente viene fatto un piccolo piercing cutaneo esattamente uguale a quello che molti giovani portano sul viso. Solo che viene fatto in addome facendo al paziente una gastroscopia nasale. Attraverso il piercing (che viene chiamato PEG) si installa il SEI, sistema enterale integrato, che viene collegato durante il riposo notturno e serve a nutrire e idratare il paziente.

E così il paziente non può più mangiare?

Nessuno vuole togliere al paziente la possibilità di assumere cibi per bocca in quanto questo limiterebbe eccessivamente la qualità di vita. Quando un paziente è disfagico ogni volta che ingoia qualcosa rischia la polmonite. Ma questo non vuol dire che non può ingoiare nulla. Il rischio è parte integrante della vita dell'uomo moderno: andare in auto è un rischio, attraversare la strade è un rischio, ma questo non vuol dire che noi non dobbiamo attraversare la strada. Ma se la strada è la pista dei bolidi di formula uno il rischio è inaccettabile. Alimentare per bocca un paziente disfagico con condizioni nutrizionali molto compromesse è un rischio eccessivo. Bisogna recuperare lo stato di nutrizione e dopo il rischio diventerà accettabile. Con la Nutrizione Artificiale i pazienti che devono recuperare il peso perduto aumentano di 1 kg ogni 3 giorni.

Qual'è il consiglio?
Se avete familiari che tossiscono quanto ingoiano i cibi e specialmente l'acqua teneteli sotto controllo specialmente se già sapete che hanno una di quelle patologie che predispongono alla disfagia che abbiamo detto sopra:
 1) controllate che non abbiano ricorrenti "influenze" o improvvise febbri apparentemente ingiustificate (che potrebbero esser dovute a cibi inalati)
 2) controllate che non abbiano piccole puntate febbrili serali
 3) i periodi estivi sono quelli più pericolosi in quanto l'assunzione dei liquidi è maggiore
  a. se avete qualche sospetto portate i pazienti al Servizio del Prof Cappello al Dipartimento di Chirurgia Paride Stefanini (06.49970499)
 4) non è necessario che vengano ricoverati
 5) faranno una serie di esami per controllare lo stato di nutrizione e l'eventuale indicazione ad assumere addensanti o eventualmente l'indicazione alla Nutrizione artificiale
 6) l'assistenza è coperta dal Servizio Sanitario e bisogna pagare solo un ticket sempre che il paziente non ne sia esente.